Come procede il confronto con il Ministero del Lavoro e il Mimit per la richiesta di contrasto all’attività delle mutue spurie?
“I primi confronti ci incoraggiano perché abbiamo trovato udienza ed attenzione verso le nostre richieste.
Ci siamo inizialmente concentrati sul chiarire tutte le incertezze legislative e burocratiche che ci stanno affliggendo e a fare una richiesta chiara di contrasto all’attività delle mutue spurie.
Una cosa, però, ci deve essere chiara nel momento in cui facciamo questo percorso: noi chiediamo rigore verso le spurie e, quindi, noi dobbiamo essere i primi a dimostrare che quelle regole che invochiamo le stiamo rispettando appieno, pena la perdita di credibilità verso le Istituzioni”
Qual è la principale differenza tra mutua e impresa?
Non è mia intenzione disquisire sul piano tecnico di che cosa sia un’impresa, quanto piuttosto fare riferimento al modello culturale d’impresa che è quello predominante in Italia e, cioè, quello dell’impresa profit che ha successo a prescindere dai valori e dai principi ai quali si ispira.
Per noi si tratta di riuscire a coniugare le strategie e l’organizzazione del modello di impresa tradizionale, perché è in questo contesto che dobbiamo agire, con il mantenimento dei principi del movimento mutualistico da cui debbono derivare anche i comportamenti conseguenti. Per fare qualche esempio banale ma chiarificatore: la nostra azione deve essere legata ad una corretta gestione e, se possibile, anche al perseguimento dell’avanzo di gestione, non per poter dire “abbiamo utili siamo bravi”, ma perché quanto viene accumulato rimane a disposizione dei soci per i momenti di maggiore difficoltà, infatti durante il Covid molte mutue hanno rinunciato agli avanzi per dare immediatamente sostegno a chi contraeva il virus; l’efficienza e l’efficacia delle nostre azioni, inoltre, deve essere realizzata in maniera precisa e decisa, ma questo non deve andare a discapito del rapporto con il socio che è e resta l’elemento centrale del nostro essere, il motivo fondante per cui ha un senso l’esistenza di una società di mutuo soccorso.
Rispetto all’agire seguendo statuti e regolamenti, quali sono le principali minacce per le mutue?
Noto due possibili pericoli.
Il primo è quello di un allentamento della tensione verso la democrazia interna, che è un punto di forza del nostro tipo di società, così come lo è anche nelle cooperative. Con il crescere della dimensione è certamente più difficile praticarla e necessitano tecniche diverse per consentire ai soci (ovviamente se lo vogliono perché è in primis un diritto che va esercitato) la loro espressione elettorale: ma questo non giustificherebbe scorciatoie o, peggio, tentativi di “saltare” questi percorsi.
Il secondo è quello di una eccessiva acquiescenza verso le aziende che stanno nei nostri fondi e che spesso cercano un ritorno economico rispetto alle quote versate per la sanità integrativa. In questo caso il problema non è solo etico, ma anche giudiziario perché se una mutua aderisse a simili richieste violerebbe un paio di leggi finanziarie ma anche, con tutta probabilità, quella sull’antiriciclaggio stante il fatto che quelle quote una azienda le deduce dal proprio bilancio.
Vale sempre il principio generale che ciò che entra nelle casse dell’Ente mutualistico deve andare a coprire i costi generali (che ognuno organizza come ritiene più opportuno per lo svolgimento dei compiti) e fornire rimborsi ai soci mentre il restante deve rimanere nei fondi necessari a coprire eventuali necessità della base sociale.
Quali progetti state studiando per aiutare le mutue a risolvere le incertezze legislative e burocratiche?
“Stiamo progettando un seminario interno con il Prof. Guido Bonfante, con Loredana Vergassola e con un esperto delle revisioni di Legacoop Nazionale al fine di affrontare i principali nodi che riguardano gli Statuti ed i Regolamenti in modo da poter avere una interpretazione, la più chiara possibile, a sostegno del nostro agire.”