LoSapeviChe?: Le Nuove Dipendenze

Dopo averci spiegato il termine PERMACRISI e l’importanza della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, Alessandro Fusaro, psicologo e psicoterapeuta, apre una parentesi (molto importante) sulle nuove dipendenze.

c

#LoSapeviChe: le nuove dipendenze sono definite malattie della postmodernità?

Il problema delle dipendenze patologiche si è, ormai, esteso includendo sempre di più, accanto alle principali forme di dipendenza legate a sostanze (alcol, cocaina, oppiacei, etc…), le cosiddette dipendenze comportamentali, in cui non è implicato l’uso di sostanze. Queste nuove dipendenze, che interessano un numero di persone sempre maggiore, vengono considerate da alcuni autori come malattie della postmodernità. Infatti, la loro diffusione sembra essere agevolata dall’innovazione tecnologica e dai cambiamenti socioculturali e socioeconomici. Questa nuova civiltà che da una parte genera stress, vuoto e noia, dall’altra stimola la tendenza all’immediata gratificazione attraverso gli strumenti che vengono forniti dalla contemporaneità. Sono sempre più frequenti, infatti, i casi di persone che, a qualsiasi età, si ritrovano affetti da dipendenze patologiche legate alle tecnologie: gioco, internet, social-network, shopping compulsivo, realtà virtuali. A ritrovarsi affetti da una dipendenza patologica sono adolescenti, adulti, anziani. Nell’adolescenza le dipendenze più frequenti sono relative ai giochi online ed ai social networks. In età adulta, i sintomi più frequenti sono scatenati dai giochi d’azzardo, dalla ricerca spasmodica di informazioni e dal desiderio compulsivo di visitare siti pornografici.

Le dipendenze senza sostanze o comportamentali non sono meno pericolose delle tradizionali addictions: molti gli studi hanno evidenziato che si attivano gli stessi circuiti neuronali. I sintomi sono gli stessi, comprese le crisi di astinenza. Inoltre, l’effetto principale, cioè l’estraniazione dalla realtà, non è meno pericoloso per una mente ancora in formazione.

Anche i comportamenti tipici delle nuove dipendenze sono caratterizzati da una gratificazione immediata, ma spesso questa è accompagnata da effetti negativi a lungo termine. Un aspetto clinico fondamentale è che questi comportamenti sono fonte di piacere per il soggetto e spesso rappresentano una via di uscita dalla sofferenza emotiva o fisica. L’individuo cerca di affrontare il disagio attraverso dei comportamenti di “auto-cura”, ma da cui diventa difficile liberarsi autonomamente.

Come nelle dipendenze da sostanze, anche nelle dipendenze comportamentali si possono identificare degli aspetti comuni come:

  • preminenza/dominanza: il comportamento in esame tende ad assumere la maggiore rilevanza nella vita del soggetto e domina i suoi pensieri, sentimenti e azioni (senza l’oggetto o comportamento della dipendenza l’esistenza dell’individuo perde di significato),
  • alterazione del tono dell’umore,
  • tolleranza: il comportamento viene intensificato per indurre gli effetti iniziali,
  • sintomi da astinenza: stati d’animo o conseguenze fisiche spiacevoli (es. senso di malessere, irritabilità, pensiero ossessivo, disagio), conseguenti alla diminuzione o interruzione drastica dell’attività,
  • conflitto: intrapersonale o interpersonale derivanti dalla dipendenza dall’attività in esame e incompatibilità con altri compiti personali,
  • recidiva: presenza di ricadute plurime nel disturbo, anche a distanza di molti anni di astinenza e di controllo.

c

La consapevolezza di essere diventati dipendenti da qualcosa sopraggiunge spesso tardi, rispetto all’instaurarsi del disturbo. Come ogni dipendenza patologica, l’instaurarsi è lento ed insidioso, all’inizio imprevedibile, e la negazione da parte del soggetto diventato dipendente è pressoché una costante. Infatti, tali generi di disturbi da dipendenza sono quasi sempre egosintonici, ovvero il soggetto portatore non avverte i sintomi come disturbanti. Dal suo punto di vista il problema sono gli altri che, criticandolo per i suoi comportamenti ed impedendogli di fare le cose che vuole fare, ledono i suoi diritti e lo fanno stare male.

Rispetto alla dipendenza da sostanze, le nuove dipendenze comportamentali sono più difficili da identificare in quanto ben inserite nelle attività “normali”. Riconoscere il confine tra comportamento funzionale e comportamento disfunzionale che crea disagio non è immediato, per questo può essere importante chiedere un supporto psicologico. Il percorso terapeutico diventa rilevante perché può aiutare ad acquisire consapevolezza rispetto alle modalità patologiche, definire i pensieri ed emozioni che inducono a persistere nella dipendenza, ma anche supportare nello sviluppo di strategie alternative, mettere a fuoco le criticità e le risorse della persona.

 

Un articolo di Alessandro Fusaro, psicologo e psicoterapeuta.