Chi si prende cura di chi cura? – Tavola rotonda al Màt 2023

Chi si prende cura di chi cura?

In occasione della XIII Edizione di Màt – Settimana della salute mentale, cureremo la tavola rotonda “Chi si prende cura di chi cura?”.

L’evento si terrà Venerdì 20 Ottobre, dalle ore 17:00 presso lo Spazio Windsor in Strada San Faustino 155 (Modena).

Interverranno: Mattia Lamberti, Sara Manzoli, Annalisa Turrini, Alessandro Fusaro, Francesca Corotti.


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LE DICHIARAZIONI SULLA TAVOLA ROTONDA

Concetto cardine per SMA è quello di benessere e salute circolare, quanto questo è importante per la salute mentale nei giovani e come questo si può promuovere?

“La salute riguarda tutte le esperienze di vita. In questo senso è fondamentale pensarla come una dimensione circolare e sistemica. Per promuovere salute mentale, soprattutto rispetto alle vite di adolescenti e giovani è fondamentale promuovere l’integrazione tra famiglie, servizi sanitari, servizi socio educativi, scuola e territorio. Nessun adolescente è un’isola. Ciascuno di noi è inserito in un sistema di relazioni che se attivato e accompagnato, diventa una fondamentale risorsa per il benessere. Promuovere salute circolare diventa allora possibile se si investe su iniziative e progetti ma tenendo sempre in mente la necessità di far dialogare tra loro le diverse iniziative.

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Mattia Lamberti

Pedagogista e Collaboratore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore

Perché è importante il concetto di “prendersi cura di chi cura” e della salute mentale nei contesti di cura?

L’importanza della cura di chi opera al fianco di persone fragili è fondamentale; il rapporto continuo e costante con la sofferenza può portare a interiorizzarla e a produrre ulteriore sofferenza, dedicare spazi confronto, condivisione e supporto è quindi indispensabile. Del benessere favorito da questi momenti ne gioverà quindi sia chi cura sia chi ha bisogno di cura.
Non c’è salute senza salute mentale.

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Sara Manzoli

Responsabile Ufficio Soci Aliante Cooperativa Sociale

Quanto è importante e come si può promuovere la cultura del benessere?

“Credo che non solo sia importante, ma bensì fondamentale, promuovere la cultura del benessere nel suo triplice aspetto, fisico, mentale e sociale. Il concetto di salute così intesa, rappresenta un bene assoluto nella vita di ognuno, nonché una condizione indispensabile dell’intera comunità. La cultura del benessere richiede, per essere agita, una “formazione”, una educazione, poiché solo le persone consapevoli possono contribuire a un efficace sistema di prevenzione. La persona deve poter essere nelle condizioni di promuovere la propria salute grazie alla conoscenza, alla possibilità di accesso alle informazioni e ai servizi.
In spazi come quello del Mat,  in tutte le opportunità della rete dei servizi pubblici e privati, dove c’è mutualità e cooperazione, indubbiamente, c’è il potere generativo per la cultura della salute.”

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Annalisa Turrini

Responsabile Divisione Poliambulatorio Gulliver

Perché è importante il concetto di “prendersi cura di chi cura”?

“Per chi svolge un lavoro di cura è particolarmente difficile non lasciarsi assorbire da disagi emotivi e relazionali altrui.

Chi si prende cura degli altri ha il dovere, ma anche il diritto di prendersi cura di sé, onde evitare sia malessere personale, sia l’attivarsi di meccanismi non proficui per la salute altrui. E allora viene spontanea una domanda: chi si prende cura di chi cura? Di quali attenzioni, di quale “manutenzione” ha bisogno una persona che si occupa di curare gli altri, per potere essere sempre efficace, presente, attento e poter aver cura degli altri? E quali attenzioni devono avere le organizzazioni e i sistemi di cura per preservare questo “capitale” umano, relazionale e di umanità che lavora dentro ai servizi o nei contesti di vita o presso i domicili, al fianco delle persone di cui si prendono cura?

In molti casi sperimentare l’impotenza, la frustrazione, l’impossibilità di essere di aiuto fino in fondo condiziona pesantemente l’equilibrio emotivo del professionista, in modo particolare quando questi vissuti fungono da cassa di risonanza di proprie ferite pregresse, di cui si può essere più o meno consapevoli. In questi casi ci si può trovare a svalutare il proprio lavoro, le proprie capacità, sentendosi poco capaci e non all’altezza di un compito così complesso.

Ecco perché è così centrale che coloro che svolgono professioni di aiuto, si concedano di mettere al centro la cura di sé.

Coloro che svolgono lavori di cura dovrebbero quindi essere aiutati a comprendere i propri stati emotivi, per innescare un circolo virtuoso che permetta di uscire dal senso di isolamento, favorendo un atteggiamento verso sé stessi di comprensione empatica, indispensabile per svolgere, nel migliore dei modi il proprio ruolo professionale.”

Cos’è il progetto di ascolto e sostegno psicologico e come si inserisce nel concetto di salute circolare? 

“SMA ha messo a disposizione dei suoi associati un ciclo di 15 colloqui psicologici gratuiti. Coloro che ne hanno usufruito sono per lo più operatori della cura che spesso si prendono cura della parti vulnerabili degli altri, con empatia, compassione, accettazione e riuscendo a dedicare anche a sé un tempo di cura, possono riuscire a rivolgere anche verso sé stessi un dialogo  gentile e compassionevole.”

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Alessandro Fusaro

Psicologo e Psicoterapeuta

Cos’è e come funziona la Zona Wellness e come si inserisce nel concetto di salute circolare?

“La promozione del benessere e della salute spetta certamente ai singoli, ma oggi è anche compito delle imprese che hanno a cuore i propri lavoratori e la propria comunità. Da tempo Proges, in quanto cooperativa sociale, destina tempo e risorse a progetti di responsabilità sociale legati ai corretti stili di vita e alla prevenzione. In particolare il progetto Zona Wellness realizzato in collaborazione con SMA è un’attività di fisioterapia rivolta al personale di cura, prevalentemente agli OSS, che si concretizza con sedute di gruppo e trattamenti individuali all’interno dei luoghi di lavoro. Con questa iniziativa intendiamo sostenere concretamente la salute dei nostri soci in ambito lavorativo e rispondere al concetto più ampio di benessere individuale e collettivo che riteniamo possa avere una ricaduta positiva sul clima organizzativo e di conseguenza su tutta la filiera del percorso di cura”

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Francesca Corotti

Vicepresidente e Responsabile Ufficio Soci Proges